Non mi va giù!
Espressione usatissima per indicare una serie di cose ed esperienze.
Si usa nei confronti di qualcosa che si è mangiato, che non va giù e che inevitabilmente sarà costretto a tornare su; oppure la usiamo nei confronti di una situazione vissuta e subita, dalla quale abbiamo provato rabbia, paura o un forte stress. E quindi mai più!
In generale, tutte le volte che non va giù, che sia cibo vero o cibo emotivo, una cosa è certa si sta male".
Questo perché in entrambi i casi tutto passa attraverso lo stomaco, il processo digestivo fa fatica è proprio sofferente e con il tempo si va incontro a gastriti, reflusso ecc.
Ovviamente il più pericoloso e anche ostico dei due é il cibo emotivo. E' quello che si porta dietro tutti i tipi di condizionamenti: familiari, scolastici, sociali, lavorativi; cose ingoiate senza sapere perché.
Il motivo é: che é cosi o si fa così o ci si comporta così o peggio ancora la vita é così, senza via d'uscita. Queste sono regole imposte per osmosi, di fatto nessuno ce le ha imposte, ce le siamo ritrovate.
Sono "i bastoni tra le ruote" che ci limitano l'esistenza e dai quali ci facciamo condizionare e sottomettere; vanno tolti per poter fare girare il meccanismo, per vivere la vita che vogliamo e per esprimere quello che siamo.
Il cibo vero, che mangiamo tutti i giorni, va a finire in questo sacchetto/contenitore, dove verrà elaborato per diventare il nutrimento del corpo. A volte, lo spazio è già ingombro di emozioni difficili da mandare giù che ne affaticano il processo.
La preoccupazione, (e chi non ha) agisce sullo stomaco, se diventa eccessiva sfocia in ansia, la quale a sua volta toglie il respiro e ci sentiamo soffocare.
Preoccupazione = occuparsi prima di qualcosa che non è ancora successo, o che non esiste ancora, o di cui non si ha la responsabilità: non c'è margine d'azione.
E' un pò come voler digerire adesso la cena di domani sera: non si può, non l'abbiamo ancora mangiata!
Lo stomaco, in questo caso é come si sentisse pieno, di conseguenza produrrà più acido cloridrico e come risultato avremo il reflusso.
Lo stomaco é il centro!
Lui vuole rispetto. vuole che il cibo emotivo che ingoiamo, sia digeribile, sia alla nostra portata, e soprattutto sia una nostra scelta. Credo che nessuno sceglierebbe di mangiare una pietanza che non gli piace.
Nel rispetto del nostro corpo e di noi stessi, il lavoro da fare, (ognuno per se stesso) é di pulizia e rieducazione emozionale.
Ognuno ha bisogno di parlarsi, di ascoltarsi, di capirsi, di amarsi e di andare verso la propria vita.
Mettere i propri confini, per rispettarsi innanzi tutto e per non farsi invadere dalle emozioni e dalle vite altrui, agire quando la situazione lo consente oppure accettare e accogliere quello che non si può cambiare. Lasciare andare.
Lo Stomaco, in definitiva è un passaggio, un transito, con un'entrata e un'uscita.
Contiene temporaneamente non "per sempre".
Amen.
dp
Ph. FotoRieth